La nostra mission primaria: fare scarpe oneste

Non ci inventiamo la storia dell'orso pur di vendere scarpe.
Non inventiamo materiali magici ipersostenibili ed innovativi, per vendere un pezzo di plastica che dura una stagione costringendo e facendo sudare il tuo piede. 

Siamo quello che siamo. Con i nostri limiti, ma con trasparenza e tenacia. 

Cerchiamo di migliorare ogni anno nella selezione dei materiali, delle lavorazioni e nello studio di forme alternative di smaltimento/riciclo. 

Il passaparola è stato il nostro marketing, la nostra unica pubblicità fino ad un paio di anni fa.

E che cos'è il passaparola se non la prova provata che il prodotto è come promette di essere? Le nostre scarpe sono in pelle conciata con tannini.  Né più né meno. Ascoltiamo i feedback dei nostri clienti e cerchiamo di creare una relazione di scambio reciproco. 

La nostra passione nasce, vive, gode per ottenere le tue, le vostre approvazioni.  

Ci sembra di realizzare il più importante obiettivo con i nostri clienti:  l' ALLEANZA. L'abbiamo sempre chiamata così.



Perché ci rendiamo conto che, soprattutto oggi, è difficile, per una persona media spendere 200 euro per un paio di scarpe visto i prezzi stracciati di quelle che si trovano in giro. È un sacrificio non da poco. Eppure, se condividi e credi nei valori incarnati nel nostro progetto ribelle, ti renderai conto che il tuo investimento vale esattamente quello che ricevi in cambio. È un do ut des in cui non perdi tu, non perdiamo noi produttori, non perde l'ecosistema e non perdono nemmeno i lavoratori di tutta la filiera. 


Nell'Alleanza con i nostri clienti troviamo un gruppo di sostenitori pronti ad affrontare, con noi, le sfide del cambiamento. Ogni epoca ha offerto delle trasformazioni e anche la nostra le sta attuando.


I cambiamenti inevitabili che il mondo ci richiede e che stiamo cercando di attuare come azienda

 


1) Adeguare le produzioni ad un mondo che non potrà più dedicarsi all'usa e getta.

2) Offrire materiali che abbiano nella loro natura la capacità di durare molto nel tempo. La pelle è la struttura migliore da questo punto di vista perché creata dalla selezione naturale.                                                              

 3) Progettare ogni prodotto perché sia riparabile dando l'opportunità di far nascere le aziendine unicellulari che facevano parte della vecchia struttura urbana dei negozi: I CIABATTINI. E fin che non nascono loro, offriamo noi il servizio

4) Dedicarsi ad una sostenibilità "colta" non fatta solo di buone intenzioni fondate sulla buona fede che spesso è il preludio all'affermarsi del pregiudizio. (Mi riferisco a tutti quei marchi che non approfondiscono il tema dell'inquinamento da plastica sostengono di usare, in buona fede, materiali da rifiuti organici riciclati che oramai la scienza ha dimostrato essere realizzati con quantità di plastica che arriva anche all'80-90%)

5) Noi dovremo arrivare a rispettare la natura al punto che prenderemo in prestito delle materie prime da essa e poi le restituiremo rigenerandola.   Così chiuderemo il cerchio di un'economia circolare vera non penosamente raccontata e plagiata, fatta di ricicli temporanei ma che tendono solo a far slittare il tempo di conferimento in discarica o inceneritore.                                                                                                                                                       

6) Noi non abbandoneremo mai di trattare i rifiuti dell'industria alimentare: LE PELLI.
Sono rifiuti (chi alleverebbe una vacca per la pelle che gli viene pagata 20€?) e in quanto rifiuti non li vogliamo abbandonare in natura. Li conciamo con i tannini che non inquinano e li trasformiamo in una "materia prima seconda" di grande valore per la salute dell'ambiente e per la salute del nostro corpo. Con ciò non smetteremo mai di consigliare al mondo di mangiare meno carne ma soprattutto di qualità, che proviene da animali trattati bene e allevati all'aperto, nella natura. Alimentati con erba (il mediatore che la natura ha selezionato per far arrivare l'energia del sole agli esseri viventi) e non con farine che le fanno ammalare con la conseguenza di dover usare gli antibiotici per curarle (che poi entrano nel ciclo dell'alimentazione umana e creano resistenza all'antibiotico) 

7) solo usando pelli conciate al vegetale alla fine della lunga vita delle scarpe esse potranno essere ritirate, triturate e inviate a produrre fertilizzanti per agricoltura biologica in impianti specializzati e già esistenti da decenni. Fertilizzanti di origine organica e non di sintesi. I MIGLIORI PER LA TERRA! 

 Questo è il nostro modo di offrirci ai nostri clienti, con idee fondate sulla scienza non sul sopruso. Per questo ci rallegrano con la loro approvazione. 

 È un percorso lungo, complicato da molte questioni emotive da affrontare (non ultima la relazione con gli animali), ma siamo pronti ad affrontarla perché oggi non ci sono alternative valide che possiamo utilizzare.

Non è la plastica e il suo riciclo la strada da praticare, anzi dovremo riconoscere, come da molte parti scientifiche ora si afferma, che pur essendo la plastica necessaria, dovremo via via abbandonarla.